Report Marzo 2013, Jardín de la Esperanza – Mérida, Venezuela
Il 5 marzo 2013 è una data che fa già parte della Storia: il Venezuela rimane orfano del Presidente Hugo Chávez Fría, leader rivoluzionario che tanto fa discutere l'opinione pubblica mondiale. Il paese intero cade in un lutto profondo, anche gli oppositori del governo dimostrano rispetto e commozione con molta civiltà. In nessuna città ci sono stati scontri. All’interno delle famiglie si vive in maniera diversa il lutto a seconda delle proprie opinioni politiche, ma una cosa è certa: il presidente si trasforma in una specie di idolo religioso. Per un’intera settimana le case appendono le bandiere a mezz’asta, non ci sono né festa né alcolici nelle strade, tutte le attività sono sospese e una processione infinita di cittadini, giorno e notte per sette giorni, va a Caracas per rendere omaggio alla salma del Comandante. Flor Maria, la ragazzina più grande e una delle più assidue partecipanti al Jardin de la Esperanza è rimasta tre giorni nella capitale, riuscendo a vedere il corteo funebre del Presidente e a perdersi nella folla, provocando un grande spavento alla mamma, che sostiene di averla ritrovata grazie all'aiuto del defunto.Esercizio sul tema dei vincoli affettivi.
Questa volta le festeggiate sono la psicologa e la psicopedagoga
Mariela, la ragazza che si occupa soprattutto della logistica del Jardin, ha organizzato un gioco per grandi e piccini. Siamo molto contenti che faccia parte dell’equipe del Centro perché lavora con dedizione e propone strategie pedagogiche interessanti.
Asuncion ha invitato le bambine ad immaginarsi un viaggio che potrebbero compiere nel futuro. L'attività serve a capire quali sono le loro speranze e come si immaginano il loro domani.
Nel frattempo Soraya ha svolto un’altra attività con i genitori.
Con pastelli, plastilina e ritagli di riviste... Comincia il viaggio.
Lilibeth, la stagista che ci ha accompagnato per due settimane, ha aiutato soprattutto Marisela, la bambina con un deficit uditivo, in quanto conosce il linguaggio dei segni.
In autobus, in aereo, in macchina... Dove ci portano questi viaggi? C’è chi va a Caracas, chi a Maracaibo, chi a Los Angeles e….
Per concludere la giornata la psicopegadogista ha letto una storia. Già da varie settimane, per il progetto sulla resilienza, stiamo proponendo periodicamente dei testi relativi al tema dell’autostima, del farsi forza davanti alle difficoltà, dell’avere ambizioni, etc.
Ritornando alla routine del Jardin, Ines, la bibliotecaria, sta insegnando a cucire bambole di stoffa, riproponendo il corso che realizza nel pomeriggio con gli adulti. I maschi in principio si sono dimostrati un po’ reticenti, ma alla fine si sono convinti che cucire può sempre tornare utile nella vita.
Carol continua a dare lezioni di espressione corporale e teatro, sempre con il fine di rafforzare il processo di resilienza. Ogni bambino sta lavorando sulla rappresentazione di un momento felice e di uno triste della propria vita.
Riunione trimestrale di valutazione del progetto. Con il quadro logico alla mano controlliamo gli obiettivi ed i rispettivi indicatori. Riusciamo veramente sempre ad andare al passo con le mete prefissate. Il nostro punto debole è sempre l’obiettivo famiglia. Per quanto cerchiamo di coinvolgerle e responsabilizzarle, le famiglie sono lo scoglio più grande che dobbiamo quotidianamente affrontare.