LE NYUMBA YA WATOTO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
La quarantena in Kenya si sta protraendo tuttora anche se con meno limitazioni rispetto i mesi scorsi. Rimanere a casa è molto difficile in un paese in cui gran parte della popolazione vive di espedienti in un’economia informale, con lavori saltuari o con cui si guadagna il minimo per la sopravvivenza di giorno in giorno. I ragazzi si sono trovati a non rientrare più a scuola da marzo e ancora non si sa come terminerà quest'anno scolastico, specie per coloro che a novembre avrebbero concluso sostenendo l'esame finale del ciclo primario ed ottenuto il KCSE (Kenya Certificate of Secondary Education) il cui voto è determinante per l'accesso alla scuola secondaria. Per gli ospiti delle case famiglia, il governo ha dato direttive diverse a seconda delle aree: a Nairobi hanno avuto l'obbligo di non uscire dalle strutture, mentre da noi a Ukunda è arrivato l'ordine di mandare tutti dai familiari. Le famiglie, comprese quelle più lontane e fisicamente non raggiungibili, vengono aiutate nell'acquisto di generi alimentari nelle botteghe a loro più vicine tramite Mpesa, un sistema di pagamento via telefono diffusissimo già da anni in Kenya. Nelle zone rurali il distanziamento viene mantenuto con più facilità, ma rimanendo a casa la possibilità di essere seguiti negli studi è molto bassa. Da due settimane alcuni nostri operatori stanno visitando le famiglie residenti nelle relativamente vicine Shimba Hills, portando ai ragazzi libri e materiale scolastico per garantire un minimo di continuità negli studi, nella speranza che la situazione si sblocchi a breve.


